Una sorpresa che arriva dal mare, potrebbe quasi sembrare una storia rubata ad un film, ma è quanto accaduto a San Cataldo, località costiera della marina leccese. In uno specchio d'acqua nemmeno tanto battuto dai flussi turistici ecco che è stato scoperto il Molo di Adriano, dove sbarcò Ottaviano. La Soprintendenza archeologica di Puglia ha rivalutato molo grazie alle recenti opere, ma resta solo una piccola porzione di quella più imponente voluta da Adriano. Il turismo in Salento si arricchisce di questa preziosa testimonianza storica. Studiosi e tecnici dell'Università del Salento anno provato a ricostruire il molo con immagini virtuali in 3D partendo da quelle poche decine di metri che hanno dato l'idea di quanto fossero evolute le tecniche ingegneristiche dell'epoca romana. Come riporta il Corriere del Mezzogiorno, hanno collaborato con la Soprintendenza e l'Università del Salento anche le associazioni Insynchlab, LabTaf e Tour Up‘n Down.
L'approdo di Ottaviano
I turisti che vogliono fare un'esperienza diversa possono ammirare le panchine sul litorale in un contesto archeologico davvero unico nel Salento. L'offerta turistica è sicuramente più variegata ma una volta arrivati nei pressi degli scavi, ecco che prendono vita le parole di Pausania, scrittore e viaggiatore greco del II sec. Dopo Cristo che ha raccontato lo sbarco di Ottaviano proprio al Molo di Adriano. Ottaviano era di ritorno a Roma dopo che era stato informato della morte di Cesare. Purtroppo con il crollo dell'Impero Romano arrivò anche quello del porto che fu al centro di alcuni studi tra il 2004 e il 2008. Gli studiosi scoprirono che la struttura era collegata con Lupiae, ovvero l'antica Lecce, attraverso un asse viario, anch'esso visibile in pochi tratti.
Il Molo di Adriano era un sito strategico posto a metà strada fra Brindisi e Otranto e funzionava soprattutto come scalo o rifornimento. Il disegno dell'antico impianto emerge a pelo d'acqua, anche se è stato dimenticato dopo la fine dell'Impero Romano, in epoca moderna venne alzato il faro. Il bastione invece si inoltra in mare per 150 metri e la parte centrale è collassata dopo i continui bombardamenti delle onde. Le barre di ferro che fortificavano la struttura non hanno retto davanti alla forza impetuosa del mare. Gli studiosi hanno calcolato che la variazione del livello marino, rispetto a quello attuale, è di circa 3 metri. Inoltre sono state accertate delle analogie strutturali tra il Molo di San Cataldo e l'anfiteatro di Lecce, e questo ha portato ad associare la cronologia dei due monumenti, tuttavia esiste una differenza nei materiali utilizzati. La definizione cronologica resta ancora al centro degli studi e l'invito è quello di fare una passeggiata nella marina di San Cataldo per respirare quel che rimane dell'antica Roma.
L'approdo di Ottaviano
I turisti che vogliono fare un'esperienza diversa possono ammirare le panchine sul litorale in un contesto archeologico davvero unico nel Salento. L'offerta turistica è sicuramente più variegata ma una volta arrivati nei pressi degli scavi, ecco che prendono vita le parole di Pausania, scrittore e viaggiatore greco del II sec. Dopo Cristo che ha raccontato lo sbarco di Ottaviano proprio al Molo di Adriano. Ottaviano era di ritorno a Roma dopo che era stato informato della morte di Cesare. Purtroppo con il crollo dell'Impero Romano arrivò anche quello del porto che fu al centro di alcuni studi tra il 2004 e il 2008. Gli studiosi scoprirono che la struttura era collegata con Lupiae, ovvero l'antica Lecce, attraverso un asse viario, anch'esso visibile in pochi tratti.
Il Molo di Adriano era un sito strategico posto a metà strada fra Brindisi e Otranto e funzionava soprattutto come scalo o rifornimento. Il disegno dell'antico impianto emerge a pelo d'acqua, anche se è stato dimenticato dopo la fine dell'Impero Romano, in epoca moderna venne alzato il faro. Il bastione invece si inoltra in mare per 150 metri e la parte centrale è collassata dopo i continui bombardamenti delle onde. Le barre di ferro che fortificavano la struttura non hanno retto davanti alla forza impetuosa del mare. Gli studiosi hanno calcolato che la variazione del livello marino, rispetto a quello attuale, è di circa 3 metri. Inoltre sono state accertate delle analogie strutturali tra il Molo di San Cataldo e l'anfiteatro di Lecce, e questo ha portato ad associare la cronologia dei due monumenti, tuttavia esiste una differenza nei materiali utilizzati. La definizione cronologica resta ancora al centro degli studi e l'invito è quello di fare una passeggiata nella marina di San Cataldo per respirare quel che rimane dell'antica Roma.